Con l’arrivo della stagione fredda, la nostra salute può diventare più vulnerabile, e le infezioni respiratorie sembrano moltiplicarsi. Ma cosa causa questa fragilità? Il segreto risiede in un intricato equilibrio tra fattori cruciali: il nostro stile di vita, l’alimentazione, i polimorfismi genetici e il microbiota intestinale. L’eccesso di stress ossidativo derivante da abitudini alimentari scorrette e fattori ambientali può compromettere le difese immunitarie, rendendoci più suscettibili alle malattie.
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Stress e sistema Immunitario: un doppio gioco
Lo stress ossidativo si verifica quando il corpo produce quantità eccessive di specie reattive dell’ossigeno (ROS), superando la capacità di neutralizzazione delle nostre difese antiossidanti. Questo squilibrio non solo danneggia le cellule, ma può compromettere la funzionalità del sistema immunitario, rendendoci più suscettibili alle malattie. È interessante notare che la risposta immunitaria stessa può innescare temporaneamente lo stress ossidativo. Durante un’infezione, le cellule immunitarie producono ROS come parte della loro strategia per distruggere i patogeni. Sebbene questa reazione sia fondamentale per il corretto funzionamento del sistema immunitario, se non viene adeguatamente controllata, può portare a infiammazione cronica e danni cellulari. In questo contesto, infiammazione e ROS agiscono come due facce della stessa medaglia: utili in piccole dosi, ma dannosi se fuori controllo.
Polimorfismi: la genetica al servizio della salute.
Ma perché alcune persone sono più colpite dallo stress ossidativo rispetto ad altre? Qui entrano in gioco i polimorfismi genetici, i quali possono modificare la capacità del corpo di neutralizzare le ROS. Ad esempio: enzimi catalasi (CAT) e superossido dismutasi (SOD), glutatione perossidasi (GPX) se in omozigosi giocano un ruolo cruciale nella risposta individuale allo stress ossidativo.
Queste variazioni genetiche possono infatti rendere alcuni individui più vulnerabili all’accumulo di ROS.
Il microbiota intestinale è la centrale operativa per la salute.
Il microbiota intestinale, è un altro attore fondamentale in questo scenario. Un microbiota sano contribuisce a regolare lo stato antiossidante nel tratto gastrointestinale e supporta il sistema immunitario. Batteri come Lactobacillus e Bifidobacterium hanno effetti antinfiammatori e protettivi, i batteri intestinali producono acidi grassi a catena corta (SCFA), che attivano il sistema antiossidante. Un’alterazione dell’equilibrio del microbiota, nota come disbiosi, può avere conseguenze negative per la salute. Questa condizione può portare a un aumento della produzione di ROS e a una diminuzione delle difese antiossidanti, favorendo così l’infiammazione cronica, che è alla base di molte malattie. Inoltre, la disbiosi può indebolire il sistema immunitario, rendendo l’organismo più suscettibile alle infezioni.
Nutrizione personalizzata sulla base dei nostri geni.
Di fronte a queste complesse interazioni, come possiamo dirigere la nostra dieta per massimizzare i benefici? Una dieta ricca di antiossidanti, come quelle contenenti polifenoli (presenti in tè verde, cacao e frutti di bosco), è fondamentale per contrastare lo stress ossidativo. Inoltre, l’assunzione di prebiotici, come le fibre non digeribili, favorisce la crescita di batteri benefici nel nostro intestino, promuovendo un microbiota più equilibrato. Gli alimenti ricchi di vitamina C, E e A, così come i polifenoli, contribuiscono a rinforzare le difese antiossidanti dell’organismo, mentre una dieta equilibrata aiuta a mantenere il microbiota in uno stato ottimale.
La personalizzazione della dieta in base ai propri polimorfismi è essenziale. Ad esempio, individui con polimorfismi da SOD, CA,T GPX, ma anche GSTM1 potrebbero necessitare di un apporto maggiore di determinati nutrienti antiossidanti.
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