Microbiota intestinale: l’alimentazione e l’infiammazione cronica di basso grado.

Spoiler: Negli ultimi anni, mantenere un basso livello di infiammazione generale è diventato sempre più complicato!

La stretta relazione che intercorre tra le abitudini alimentari e l’insorgenza di infezioni, invecchiamento e gravi patologie è ormai una tesi assodata. Sulla base degli studi condotti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità basiamo il nostro focus sulla correlazione tra dieta e infiammazione di basso grado. L’infiammazione cronica di basso grado è una condizione patologica subdola caratterizzata da un’attivazione erronea dei normali meccanismi infiammatori tali da causare, nel tempo, un graduale deterioramento dell’organismo.

La causa principale di questa miscela di molecole infiammatorie è un complesso multiproteico citoplasmatico noto come inflammasoma NLPR3. Questo, una volta attivato all’interno delle cellule del sistema immunitario innato, contribuisce alla formazione di un persistente stato infiammatorio di basso livello, nonché un perfetto microambiente che promuove lo sviluppo di patologie ad esso correlate.

È per questo che siamo sempre più vulnerabili?

La risposta è SI. Siamo sempre più vulnerabili anche alle più comuni infezioni, come quella più nota da Sars-Cov2 per intenderci, proprio per il meccanismo infiammatorio cronico di base che stimola una risposta immunitaria innata non più capace di attivarsi e proteggerci come dovrebbe. 

Il microbiota intestinale è cruciale per la salute immunitaria.

Il sistema immunitario si sviluppa fin dai primi mesi di vita, e, per quanto possa sembrare assurdo, l’ambiente in cui viviamo e la nostra alimentazione influenzano fortemente la sua evoluzione e la sua capacità in età adulta. Il collegamento risiede nella nostra flora intestinale, ovvero l’insieme di tutti quei microorganismi che popolano l’intestino e che costituiscono il cosiddetto microbiota intestinale; si trovano su tutto il tratto intestinale, ma sono particolarmente concentrati a livello del colon.

Oltre a contribuire al processo di digestione, le funzioni del microbiota intestinale vanno ben oltre, influenzando il nostro sistema di difesa fin dalla nascita e partecipando alla produzione di molecole che regolano le risposte immunitarie contro agenti patogeni e altri elementi nocivi per la salute. Qualsiasi disequilibrio della flora intestinale (disbiosi) è correlata a diverse condizioni patologiche caratterizzate dalla presenza di infiammazione.

Cambiamenti alimentari e impatto sul microbiota.

L’alimentazione gioca un ruolo cruciale sulla biodiversità del nostro microbiota. Attualmente, e inevitabilmente, dobbiamo fare i conti con una tipologia di alimenti ben distanti da quelli che consumavano i nostri nonni!  Negli ultimi 50 anni la qualità e la quantità di vitamine, minerali e antiossidanti presenti naturalmente negli alimenti sono drasticamente diminuite.

Ci troviamo di fronte un cibo “povero di salute e ricco di tossicità…” vedi i fantastici prodotti alimentari dell’industria pieni di additivi chimici ed emulsionanti utilizzati per rendere “più buono” un qualcosa che in realtà di “più buono” ha ben poco.  Ed è così che il nostro microbiota si modifica e si popola di batteri patogeni che non fanno altro che remarci contro e contribuire all’insorgenza di quel famoso stato infiammatorio di basso grado.

Dubbio esistenziale: Come ovviare al connubio disbiosi intestinale e infiammazione di basso grado?

Alimentazione, salute e integrazione nutrizionale: un approccio completo.

Una dieta a base di cereali integrali, frutta e verdura di stagione, proteine magre (legumi, yogurt, carne bianca, pesce), frutta secca e olio extravergine di oliva è il trampolino di lancio per far fronte alle attuali dinamiche e abitudini alimentari. Al contrario, una dieta ricca di zuccheri aggiunti e raffinati, grassi saturi e cibi altamente processati può favorire uno stato di disbiosi e quindi infiammazione cronica compromettendo la nostra risposta immunitaria.

Inoltre, considerando il contesto moderno e le attuali sfide nutrizionali, valutare l’integrazione con nutraceutici può essere una strategia complementare. I nutraceutici sono sostanze naturalmente presenti negli alimenti o estratte da essi che possono apportare benefici alla salute oltre alla semplice nutrizione. Integratori a base di vitamine, minerali e antiossidanti possono svolgere un ruolo chiave nel supportare il nostro microbiota, nonché la nostra risposta immunitaria, e ridurre l’infiammazione. È essenziale sottolineare che nessun integratore dovrebbe sostituire una dieta equilibrata, pertanto, promuovere un’educazione alimentare consapevole insieme ad un’attenta valutazione dell’integrazione con nutraceutici potrebbe essere la chiave della vittoria in un mondo che non fa altro che offrire prodotti alimentari e non ciò che la natura ci offre.

Bibliografia:

  1. Cordero e Alcocer-Gòmez. Inflammasomes: clinical and therapeutic implications (…). Ed. Springer, 2018
  2. Nericcio Anna, Effetti dell’invecchiamento e dell’obesità sul sistema gastrointestinale e centrale: il ruolo dell’inflammasoma NLRP3, 3 Febbraio 2022, Tesi di dottorato
  3. Mario rossi, Importanti difese alimentari all’epoca della pandemia, Consiglio Nazionale delle Ricerche
  4. Centro di Medicina Biologica, Disturbi intestinali come causa di infiammazione sistemica, 12 Febbraio 2021
  5. Tim Spector, Il mito della dieta, 2015;