La Nutrizione: cruciale nel supporto oncologico e nella prevenzione.

L’alimentazione è una componente fondamentale del benessere generale e svolge un ruolo cruciale nel supporto ai pazienti oncologici e nella prevenzione del cancro.

Tuttavia, la questione dell’alimentazione oncologica non può essere ridotta a una formula universale che si applica indistintamente a tutti. Sebbene una dieta equilibrata sia essenziale, è altrettanto importante riconoscere che ognuno di noi è un individuo unico, con geni, condizioni ambientali e alimentari e trascorsi di vita differenti.

Ora, approfondiremo ulteriormente questa idea collegandola alle nostre variabili individuali più importanti: quelle che provengono dal nostro DNA.

I nostri geni svolgono un ruolo cruciale nella regolazione delle funzioni metaboliche nel nostro corpo. Potremmo considerarli come “muratori” che dirigono i nostri enzimi, le “mattonelle” del processo metabolico, a svolgere compiti specifici.

Tuttavia, la chiave sta nelle varianti genetiche che ereditiamo.

Queste varianti possono determinare come gli enzimi svolgono il loro lavoro, indipendentemente dalla nostra buona volontà.

Tuttavia, è importante riconoscere che i geni non agiscono in isolamento, ma interagiscono con numerosi fattori esterni che possono influenzare profondamente il nostro stato di salute.

Uno di questi fattori chiave è l’epigenetica, che rappresenta il punto di incontro tra genetica e ambiente.

L’ambiente può anche influenzare lo stress epigenetico, che può indirizzare l’aumento dello stress dei radicali liberi. Questi radicali liberi sono molecole altamente reattive che possono danneggiare il nostro DNA. Quando l’epigenetica contribuisce a uno stato di stress epigenetico, può aumentare la produzione di radicali liberi, innescando un ciclo di danno al DNA, aumentando il rischio di sviluppare tumori.

Inoltre: un DNA “difettato” è maggiormente vulnerabile a ulteriori danni da parte dei radicali liberi, creando una situazione in cui il rischio di mutazioni e instabilità genetica è ancora più aumentato.

In sintesi: se conosciamo l’espressione dei geni che gestiscono le funzioni del nostro metabolismo e individuiamo quelli che sono mutati o “lenti”, possiamo tramite alcuni accorgimenti come dieta e integrazione (nutraceutica) e stile di vita, indirizzare e rinforzarli ad essere più efficienti e lavorare in una catena di montaggio che va alla stessa velocità senza fare errori o ritardi…

Come fare?

  • Test del DNA (nutrigenomica): test genetico mirato a identificare le varianti geniche specifiche in omozigosi, che possono influenzare la risposta del corpo agli alimenti e ai nutrienti.
  • Inserimento di alimenti idonei e specifici: una volta identificate le varianti geniche in omozigosi, si può iniziare a selezionare alimenti che favoriscono la funzione dei geni, rendendoli più “veloci”.
  • Approccio integrativo nutraceutico mirato: l’integrazione può essere utilizzate per colmare eventuali carenze nutrienti specifiche che potrebbero risultare dalle varianti genetiche in omozigosi.

Geni maggiormente legati alla produzione di radicali liberi e al rischio oncologico:

MTHFR

Sempre più si sente parlare del gene MTHFR, una proteina che svolge un ruolo chiave nella metabolizzazione dell’omocisteina. Tuttavia, alcune persone possono ereditare una variante genetica in omozigosi (lenta) del gene MTHFR, il che significa che entrambi i geni MTHFR sono alterati. Questa variante può portare ad in aumento dei livelli di omocisteina nel sangue.

Questa condizione è spesso chiamata “omocisteinemia” o “iperomocisteinemia”.

Livelli elevati di omocisteina nel sangue sono stati associati non solo a malattie cardiovascolari, ma anche a problemi nella metilazione del DNA.

Che cos’è la metilazione del DNA? E’ un processo critico per la regolazione dell’espressione genica e la stabilità del nostro genoma. Quando il DNA non viene metilato correttamente, possono verificarsi errori nella sua duplicazione e nella sintesi di proteine, enzimi…

Approccio nutraceutico personalizzato: controllare il valore acido folico e omocisteina nel sangue basso e integrare con vitamina B9. Alimenti consigliati: verdure a foglia verde.

CEPT

Il gene CEPT2 è coinvolto nel metabolismo dei lipidi, in particolare nel trasporto dei fosfolipidi nelle membrane cellulari. Le varianti genetiche in omozigosi di questo gene possono influenzare il modo in cui il corpo gestisce i lipidi e i fosfolipidi: questo può avere effetti sulla regolazione del colesterolo, dei trigliceridi nel sangue, della risposta infiammatoria nel corpo che produce una grande quantità di radicali liberi che vanno a destabilizzare il DNA.

Approccio nutraceutico personalizzato: consumarealimenti ricchi di antiossidanti, grassi salutari (come quelli presenti nell’olio d’oliva e nel pesce grasso), fibre alimentari e cereali integrali.  

Integrare con: riboflavina (vitamina B2) se bassa tramite analisi, la quale svolge un ruolo importante come antiossidante nel nostro corpo e Omega 3-6-9 (acidi grassi polinsaturi).

Gli acidi grassi polinsaturi, Omega 3-6-9, contribuiscono a mantenere la membrana cellulare fluida grazie ai loro legami doppi multipli, che permettono una maggiore flessibilità delle molecole lipidiche nella membrana. Questa fluidità della membrana è importante perché consente uno scambio cellulare efficiente, inclusi il passaggio di sostanze nutritive, l’eliminazione dei rifiuti e la comunicazione tra le cellule.

GSTM1- Glutatione-S-transferasi M1 & GSTT1- Glutatione-S-transferasi T1

Il glutatione transferasi (GST) è un gruppo di enzimi cruciali per la disintossicazione di fase 2 nel fegato, che si occupa della rimozione di agenti cancerogeni e altre tossine, tra cui i prodotti delle reazioni dei radicali liberi, dal nostro corpo.

Tuttavia, alcune varianti genetiche comuni, come la delezione del gene GSTM1 o GSTT1, possono portare all’assenza di produzione di enzimi GSTM1 o GSTT1, comportando un impatto significativo sulla capacità di disintossicazione del corpo, e potrebbero contribuire a sviluppo di malattie come tumori.

Approccio nutraceutico personalizzato: per aiutare a mitigare questi effetti, è possibile integrare nella dieta alimenti ricchi di sostanze protettive, come i glucosinolati presenti nelle verdure crocifere, come broccoli e cavoli.