La dieta senza glutine (GFD) sta godendo di una popolarità sempre maggiore, sebbene i prodotti senza glutine siano notevolmente più costosi. La GFD è assolutamente necessaria per i pazienti celiaci, poiché in questo caso anche piccole quantità di glutine possono portare alla distruzione della mucosa intestinale. Può risultare utile anche in pazienti con IBD.
Cosa succede all’organismo in caso di celiachia?
L’infiammazione dell’intestino indotta dall’organismo per eliminare una proteina chiamata “gliadina” presente nel glutine del grano, predispone ad una maggiore permeabilità a livello delle mucose, la quale favorisce una permeabilità dei metaboliti della flora intestinale (patogena) a livello sistemico che può predisporre allo sviluppo di allergie al nichel, orticarie, stipsi, colon irritabile, IBD e molte altre ancora.
Cosa accade alla flora intestinale? Consulta l’articolo: Una sinergia naturale contro disbiosi e infiammazione intestinale.
Si è osservato che nelle IBD c’è una maggiore efficacia terapeutica con una dieta priva di glutine (GFD) o a basso contenuto di glutine. Questo ha portato a utilizzare le diete senza glutine sia per colite microscopica (CeD), IBD riducendo molte delle sintomatologie nelle due differenti patologie.
Cosa sono i FODMAP? Come utilizzarli in maniera consapevole?
Sappiamo che nel grano oltre al glutine esistono alcuni elementi definiti FODMAP (oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili) e gli inibitori della tripsina amilasi, fattori scatenanti le NCGS (Sensibilità al glutine non celiaca).
Una dieta senza grano e alimenti senza glutine, priva di FODMAP (Low FODMAP) è la migliore alimentazione per ripristinare l’equilibrio del microbiota ma non dovrà essere protratta in cronico.
Il motivo è che la dieta a basso contenuto di FODMAP riduce notevolmente i prebiotici, influenzando negativamente il microbiota intestinale. Pertanto la dieta senza glutine e con FODMAP bassi dovrebbe essere reintrodotta con grani antichi, ancora ricchi in sostanze prebiotiche, i quali determinano una maggiore stabilizzazione dell’equilibrio intestinale rinforzando il microbiota. Questo riduce le ricadute a livello sintomatologico, ricadute spesso trattate con antibiotici e anti-infiammatori, i quali potenziano ancora di più l’impoverimento della flora intestinale.
Pertanto, le diete GFD e low FODMAP non sono raccomandate per soggetti sani.
Gli studi più recenti per chiarire il ruolo dei FODMAPs.
Negli studi, raccolti nella review da Priyanka et al. [1] sono stati presi in esame i sintomi intestinali ed extra-intestinali e la loro modificazione in base all’introduzione di una dieta senza glutine e/o a basso contenuto di FODMAPS.
Gli studi analizzati hanno messo in evidenza aspetti diversi del problema:
- Uno studio ha evidenziato come le farine prive di glutine siano ricche di FODMAPs, che potrebbero ridurre i benefici della privazione di glutine ed essere responsabili dei sintomi;
- Un altro studio ha descritto la sensibilità al glutine come un disturbo eterogeneo formato da sensibilità al glutine e sensibilità ai FODMAPS.
- Altri studi hanno considerato i sintomi extra-intestinali, come l’affaticamento e la depressione, ed è stato osservato un loro miglioramento significativo attraverso l’utilizzo di una dieta priva di glutine in associazione alla dieta povera di FODMAPs.
Controllare glutine e FODMAPs si, ma solo grazie allo specialista!
Nella review viene evidenziato come la dieta gluten-free e quella low FODMAPs debbano essere gestiste da uno specialista della nutrizione, in grado di adattare la dieta alle necessità del singolo paziente ed evitare situazioni di carenza.
Gli autori concludono rimarcando la complessità della sensibilità al glutine di tipo non celiaco e evidenziando come il controllo dei FODMAPs, insieme a quello del glutine, rappresenti uno strumento vantaggioso sia per il controllo dei sintomi intestinali, in particolare distensione e dolore addominale e delle altre sintomatologie extra-intestinali.
BIBLIOGRAFIA:
[1] Priyanka, P et al. “The Role of a Low Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, and Polyol Diet in Nonceliac Gluten Sensitivity.” Gastroenterology research and practice vol. 2018 1561476. 6 Aug. 2018, doi:10.1155/2018/1561476